Come scegliere un educatore o un centro cinofilo per il proprio cane

In un panorama cinofilo sempre più affollato, scegliere l’educatore o il centro cinofilo giusto può sembrare un’impresa ardua. Tra recensioni non sempre genuine, consigli contrastanti, video sensazionalistici e qualifiche di dubbia provenienza, è facile sentirsi disorientati. Eppure, questa scelta è fondamentale per costruire una relazione sana e armoniosa con il tuo cane.

Spesso si finisce per scegliere in base alla vicinanza, al prezzo o al numero di follower, senza approfondire aspetti ben più importanti: esperienza, metodo e capacità di risolvere problemi reali. Ecco una guida chiara per aiutarti a scegliere il professionista giusto.

Le figure professionali nel mondo della cinofilia

Prima di tutto, è importante conoscere i diversi professionisti che operano nel settore.

  • Operatore cinofilo: ha una preparazione di base, lavora spesso nei canili o come dog sitter e dog walker.

  • Addestratore: si occupa di istruire e rendere il cane abile in attività specifiche. Dal latino “aureo dextrum” (portare alla destra), l’addestratore lavora per rendere il cane “destro”, ovvero capace.

  • Educatore di 3° livello: da una parte aiuta le persone a interpretare i segnali del cane, le sue esigenze e necessità; dall’altra insegna al cane a rispondere correttamente ai comandi, a eseguire determinate azioni e abbandonare i comportamenti negativi. Insomma, aiuta i proprietari a crescere il cane nel modo migliore possibile, migliorando il suo sviluppo psicofisico.

  • Istruttore: Possiede competenze superiori all’educatore, con specializzazioni in ambito sportivo e nella gestione di problemi comportamentali minori.

  • Rieducatore: Figura più rara, che richiede anni di esperienza come educatore e un master specifico di almeno un anno (come requisito minimo). Ha competenze avanzate nell’analisi e nel trattamento dei problemi comportamentali.

I diversi approcci nell’educazione cinofila

Nel corso del tempo si sono sviluppate diverse “scuole di pensiero” (o fazioni). Vediamo le più comuni:

  • Il Gentilista Estremo
    Filosofia del “lasciare esprimere” il cane, dove l’animale ha ampia libertà d’azione. Sebbene parta da buone intenzioni, questo approccio può generare problemi, soprattutto con razze che necessitano di una guida chiara e di regole coerenti.

  • Il Coercitivo
    Lavora principalmente su inibizioni e punizioni, con uso frequente di strumenti come il collare a strangolo. Con questo metodo, il cane non apprende una strategia funzionale per esporre un comportamento migliore, ma smette semplicemente di provarci per paura della punizione (“inibizione appresa”). Spesso i centri che adottano questo metodo chiedono di lasciare il cane per lezioni senza i proprietari (con conseguenze negative già dopo il primo incontro).

  • Il Metodo Gentile
    Il lavoro si basa sul rinforzo positivo dei comportamenti corretti esibiti dal cane attraverso gli esercizi proposti dall’educatore, senza pressioni fisiche o psicologiche. Utilizza anche la “punizione negativa” che, nonostante il nome, non implica maltrattamenti (per esempio: se il cane ti salta addosso, ti allontani).

  • Il Farmacologo
    Quel professionista che propone i farmaci come prima soluzione, senza affrontare le cause dei problemi comportamentali (e a volte causandone altri). Offre una soluzione comoda e temporanea per il proprietario, ma non necessariamente per il benessere del cane.

  • L’Addestratore “Classico”
    Difende l’uso di strumenti come il collare a strangolo (“bisogna saperlo usare”) e si basa principalmente su punizioni e rinforzi negativi (la parola “rinforzo” non implica sempre approcci etici). Richiede obbedienza in ogni situazione, senza considerare lo stato emotivo del cane e le sue capacità cognitive.

  • L’Approccio Cognitivo Zooantropologico Scientifico
    Considera il comportamento del cane come il risultato di un ragionamento complesso, non di semplici associazioni stimolo-risposta. Il cane è infatti capace di immagazzinare informazioni, elaborarle e adottare un comportamento adeguato alla situazione.
    L’approccio zooantropologico riconosce l’alterità del cane, un soggetto con capacità e caratteristiche proprie, e lo valorizza come un partner paritario all’interno della relazione con l’uomo. L’approccio scientifico si basa sull’osservazione e sulla sperimentazione, sulla produzione di risultati per generalizzazione (induzione) e sulla loro conferma tramite ripetute verifiche.

A chi affidarsi, allora?

Abbiamo esaminato diversi approcci e... colpo di scena! Quello cognitivo zooantropologico scientifico si è rivelato, guarda un po’, la scelta più efficace e rispettosa per l’educazione del cane.

Ma come possiamo assicurarci di trovare un centro cinofilo che segua questi principi? Ecco alcuni consigli:

  • Osserva il metodo: evita chi utilizza coercizione e chi promette risultati miracolosi in poche lezioni.

  • Guarda i cani: se sono felici di entrare nel centro, se lavorano senza pressioni fisiche, se mostrano entusiasmo nel ripetere gli esercizi, significa che l’ambiente è positivo per loro.

  • Valuta l’approccio educativo: un buon educatore non usa il guinzaglio come strumento di controllo, ma come sicurezza in aree non recintate.

  • Diffida dei miracolosi “prima e dopo”: questi video sono costruiti per vendere un’illusione. Il vero lavoro educativo richiede tempo, pazienza e rispetto per l’individualità del cane.

  • Chiedi informazioni sulla formazione: un professionista serio ha studiato per anni e continua ad aggiornarsi.

Scegliere un centro cinofilo che metta al primo posto la relazione, la comunicazione e il rispetto reciproco significa investire nel benessere del tuo cane e nella qualità della vostra vita insieme. Perché un cane felice ed equilibrato è il miglior compagno che si possa desiderare.

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